Usando una metafora potremmo dire le tradizioni gastronomiche di un Paese sono il DNA della sua cultura, stratificata nei secoli. Non si può infatti parlare di cibo senza riservare un occhio di riguardo a tutti i suoi aspetti culturali: l’origine dei piatti, il loro nome, il significato di gesti e le consuetudini che ruotano attorno alla tavola non sono meno importanti degli ingredienti e delle fasi di preparazione di una pietanza.
É indispensabile che tutti gli esseri umani e tutti i popoli saggi della terra capiscano che pane e pomodoro è un passaggio fondamentale dell’alimentazione umana.
Piatto peccaminoso per eccellenza perché comprende e semplifica il peccato, rendendolo accessibile a chiunque (M. V. Montalbàn)
Il cibo è la forma culturale più istintiva che esista, è insieme un’esigenza di vita ed un linguaggio artistico che unisce uomini di ogni razza e religione. Una costante della storia dell’uomo, in grado di permeare qualsiasi forma espressiva: visiva, letteraria, musicale, cinematografica. In questo blog vi proporremo libri da leggere o rileggere o film da guardare in cui il cibo ha un ruolo importante
Il primo che mi viene in mente e da cui negli anni ho elaborato diverse ricette è “Ricette immorali”: l’intraprendente e gustoso ricettario uscito per la prima volta nel 1994 e del quale, fino ad oggi, sono state pubblicate ben 23 edizioni. Ricette immorali è un vero e proprio trattato enogastronomico-sessuale, in cui lo scrittore spagnolo, Manuel Vazquez Montalban, ci suggerisce 62 ricette piccanti e gustose” spiegate con gusto e con le quali sedurre e coinvolgere, quelle che lui definisce “le prede femminili”.
Tutti i piaceri sono immorali, perché solo la sofferenza è morale ci dice Montalban e per ogni ricetta, esprime il suo commento, e ci spiega che, a suo parere, nessuno è mai riuscito a sedurre con ciò che aveva portato in tavola, molto più seducente, invece, sedurre spiegando quello che si sta per mangiare, e l’elenco di opportunità culinarie è lungo se le si va a cercare… Insomma è come dire che l’attesa di un buon piatto invoglia più che mangiarlo senza conoscerlo: tutto è lecito per amare meglio!
Una scelta facile dato che stiamo parlando di un ricettario anche se scritto da un romanziere dove il cibo è protagonista e non parte del romanzo, ma come prima scelta mi sembrava adeguata.